A.C. 141-210-216-306-432-1053
Grazie, Presidente. La richiesta di un ulteriore rinvio della legge sul salario minimo è semplicemente la cronaca di una fuga annunciata: la vostra fuga dalla realtà di un Paese che reclama giustizia ed equità, mentre voi continuate a regalargli soltanto condoni, marcette corporative e tagli ai diritti universali, come scuola e sanità pubblica.
Quello che stiamo votando oggi è un colpo ai 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri e poverissimi, che aspettano questa misura da tempo e che hanno sostenuto, in queste settimane, con tante altre cittadine e cittadini, la campagna che le opposizioni hanno condotto insieme nelle piazze di tutto il Paese, raccogliendo già mezzo milione di firme.
Il segnale che voi oggi lanciate è inequivocabile. State dicendo loro: voi non contate nulla, la vostra vita non conta nulla, le vostre condizioni di lavoro non hanno diritto ad essere rappresentate.
Vorrei aveste incontrato quei due vigilanti, all'aeroporto di Torino, che mi hanno raccontato che prendono 5,16 euro l'ora e devono fare tre lavori per campare. Vorrei aveste incontrato quella cameriera che ha visto triplicare il prezzo della stanza che pulisce ogni giorno, mentre il suo salario è rimasto al palo, a 8 euro l'ora. Vorrei aveste incontrato quei lavoratori che ho visto all'autogrill, tornando di notte da Bolzano, che mi hanno raccontato che ai 9 euro l'ora ci arrivano soltanto dopo diversi scatti di carriera. Quest'Italia per voi non esiste - voi che avete colpito in faccia i poveri, anziché contrastare la povertà - perché non la volete vedere, non vi piace, infrange la vostra retorica di ordine e gloria della Nazione. E invece c'è e la realtà è più forte.
Il 3 agosto scorso siete venuti qui a dire, dopo 59 audizioni e 6 mesi di discussione parlamentare, che avevate bisogno di tempo per elaborare una vostra proposta. E oggi vi presentate di nuovo a mani vuote, aggrappati a un documento peraltro privo di unanimità tra le parti sociali del CNEL. Un modo di buttare la palla in tribuna da parte della Presidente Meloni, per non trovarsi nell'imbarazzo di dire “no” a una legge che sa essere apprezzata anche da un pezzo sostanziale dell'elettorato che ha votato per voi alle ultime elezioni. E siete in difficoltà perché avete trovato davanti a voi un'opposizione coesa e combattiva sul salario minimo. Perché non c'è una famiglia, in questo Paese, in cui non ci sia o che non conosca una ragazza o un ragazzo che sono sottopagati, anche lavorando, e che sono poveri, anche lavorando. Perché siete ossessionati dall'immigrazione e non avete visto l'emigrazione di tanti giovani, che, con i contratti così precari e i salari così bassi, vanno altrove a portare le proprie competenze e il proprio lavoro. Avete fatto dire ad altri ciò che voi non avete il coraggio di dire, cioè che lavorare sotto i 9 euro per voi è normale, perché volete un modello produttivo per l'Italia fondato su bassi salari, tutele scarse e una rendita che è tassata a meno del lavoro. Avete spacciato fake news, dicendo che c'è una contrapposizione tra il salario minimo e la contrattazione collettiva. Non avete letto le sentenze, compresa quella storica della Cassazione che ha chiarito che spesso non basta la contrattazione collettiva ad assicurare una retribuzione equa e dignitosa, come la vuole l'articolo 36 della nostra Costituzione. E non avete visto la nostra legge - non l'avete letta, evidentemente - perché quella rafforza la contrattazione collettiva e dice che per ciascun settore deve valere la retribuzione complessiva prevista dal contratto firmato dalle organizzazioni più rappresentative. Così si spazzano via i contratti pirata, che non solo precarizzano il lavoro, ma fanno concorrenza sleale a quelle imprese che non cercano di aumentare la produttività sulla pelle dello sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici.
In un'Italia in cui abbiamo visto spostarsi 11 punti di PIL dai salari alle rendite e ai profitti, senza che questo contribuisca ad aumentare la capacità competitiva del nostro sistema, né tantomeno la produttività del lavoro, l'unica cosa che è aumentata sono le diseguaglianze e la precarietà di un mercato del lavoro che voi state rendendo ancora più precario. L'avete fatto scegliendo di aumentare i contratti a termine, di estendere l'utilizzo dei voucher e anche togliendo qualsiasi forma di trasparenza sui contratti delle piattaforme, ma pure liberalizzando i subappalti a cascata e mettendo a rischio la sicurezza di chi lavora.
Non avvertite sulla vostra pelle alcun senso di vergogna per aver abbandonato un'intera generazione alla precarietà e all'incertezza. Non percepite quante ferite apra, nella società italiana, l'umiliazione del sotto salario e di turni di lavoro fuori da qualsiasi regola. Non sentite quanta domanda di futuro state seppellendo con i vostri costanti rinvii, i vostri trucchetti e i vostri alibi. Concludo. Abbiate il coraggio di fare un dibattito alla luce del sole in quest'Aula e anche il coraggio, se siete contrari, di affossare - votando contro - questa proposta Noi la porteremo avanti per quei 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che non possono aspettare la vostra pavidità. E voteremo contro questa richiesta di rinvio.